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lunedì 9 ottobre 2023
Avv. Gianni Dell’Aiuto
Forse è a causa delle salatissime sanzioni a cui sono state condannate o forse è un sistema per aggirare i problemi connessi al rispetto del GDPR, ma adesso è concreto il “rischio” che i giganti social, Meta primo di tutti, propongano forme di abbonamento per gli utenti europei che potranno così navigare con account privi di pubblicità oppure mantenere gli attuali piani e continuare a pagare il servizio con i loro dati e ricevere massicce dosi di pubblicità, magari sempre più customizzata.
Meta ha allo studio un'opzione di abbonamento per accedere a Facebook e Instagram alternativo al modello attuale, basato sui dati personali. Questo cambiamento mira a soddisfare le esigenze di privacy europee, regolate da normative che si applicano anche alle aziende con sede al di fuori dell’Unione. Simili soluzioni, è intuitivo, cambieranno il panorama di molti servizi internet che, finora, si sono basati principalmente sulla pubblicità dando l’illusione che l’iscrizione fosse gratuita.
Per approfondire > DATAFICATION: la nostra esistenza in dati
Ovviamente, questa transizione non è dovuta solo alla privacy, ma anche alla necessità di diversificare le fonti di introito. Del resto, proprio in Italia, ad esempio, alcuni giornali hanno offerto ai lettori l'opzione di abbonarsi o condividere i propri dati tramite i cookie wall. Questa scelta ha suscitato dibattiti, ma è stata considerata legittima da non pochi esperti di privacy.
Secondo la proposta di Meta, gli utenti potranno scegliere tra l'accesso gratuito a Facebook e Instagram con pubblicità personalizzate, come avviene adesso, o pagare per accedere a versioni dei servizi senza pubblicità. Il costo sarebbe di circa 10 euro al mese per un account Facebook o Instagram su desktop e di circa 6 euro al mese per account aggiuntivi collegati. Tuttavia, il costo aumenterebbe a circa 13 euro al mese sui device mobili a causa delle commissioni applicate dagli store di app di Apple e Google.
Questa ipotesi rappresenterebbe un cambiamento significativo per Meta, ma anche per gli altri giganti dei social che, finora, hanno offerto i loro servizi principali cedendo i dati degli utenti a sponsor e inserzionisti. Sarebbe un cambiamento totale che coinvolgerebbe non solo tutti i social network, ma anche tutte le imprese, grandi o piccole, che hanno basato la loro presenza in internet con questo sistema e, di conseguenza, aziende che si occupano di profilazione e social media managing.
La questione della privacy è stata scatenata da un'interpretazione più stringente del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR). A Gennaio, l'Authority irlandese ha sanzionato Meta con una multa di 380 milioni di euro per non aver ottenuto il consenso degli utenti per la pubblicità personalizzata basata sulle loro attività. Meta ha annunciato l'intenzione di cambiare la base legale per il trattamento di alcuni dati per la pubblicità comportamentale, passando dal "legittimo interesse" al "consenso".
Per approfondire > Profilazione e legittimo interesse: quale equilibrio?
Da Agosto è entrato in vigore il Regolamento Europeo sui Servizi Digitali, che proibisce la pubblicità personalizzata rivolta ai minori e basata su dati sensibili come etnia, orientamento sessuale e politico. Meta e altri social network si sono già adeguati a questa normativa, ma il Digital Markets Act rappresenterà una sfida più complessa, poiché vieta alle grandi aziende tecnologiche di combinare dati personali da diverse fonti.
Per saperne di più > Threads di Meta si arena sul Digital Markets Act
Questo cambiamento potrebbe essere motivato anche da ragioni economiche, come il desiderio di aumentare i profitti e diversificare le fonti di guadagno, soprattutto considerando la possibilità di un rallentamento dell'economia globale che potrebbe influenzare la pubblicità online.
Non è ancora chiaro come Meta si conformerà a questa nuova direzione europea, ma questa opzione di abbonamento rappresenta un passo significativo verso un modello di business ibrido, dove gli utenti possono scegliere tra il pagare in denaro o con i propri dati personali per accedere ai servizi online. Questo aumento della trasparenza potrebbe aumentare la consapevolezza della privacy tra gli utenti e spingere le grandi aziende tecnologiche a operare in modo più rigoroso e tutelante nei loro confronti.
Ma quali potranno essere le ricadute sui piccoli operatori e su molte aziende che, nate dal boom del dotcom, oggi si troveranno a stravolgere il loro metodo di lavoro?
giovedì 19 dicembre 2024
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