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lunedì 27 gennaio 2025
Di Avv. Gianni Dell'Aiuto
Parliamo di salute. Salute online. O meglio, salute onlive. Perché siamo sempre connessi, mica solo quando ci ricordiamo di farlo. In attesa che la sanità diventi quanto più possibile digitale e che ospedali e laboratori di ricerca facciano analisi online in tempo reale, vediamo la situazione oggi; allo stato attuale e guardiamo due delle tipologie di app più scaricate: ciclo mestruale e pressione sanguigna.
Esistono almeno mille app che si occupano di monitorare il ciclo femminile, il calcolo dell'ovulazione, il tracciamento della fertilità e così via. Mille app che ci promettono di capire, senza vederlo e senza analisi, il corpo di una donna meglio di quanto facessero alcune nonne con il calendario sul frigorifero. Poi, se ci spostiamo verso le app per il controllo della pressione sanguigna, altre centinaia spuntano fuori. Tutte pronte a ricordarci che il cuore batte, sì, ma con metodo e disciplina digitale.
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A moltissime di queste app è possibile accedere all'apparenza gratuitamente. Basta fornire una mail e i dati essenziali per permetterne l'esatto funzionamento. Quindi anche l’età, eventuali patologie pregresse o intolleranze alimentari, allergie e altre importantissimi elementi.
Un'operazione innocente, no? Ecco quindi che, senza accorgercene, offriamo in dono a qualche entità ignota le nostre informazioni più intime: il calendario del ciclo mestruale, i giorni in cui ci sentiamo un po' giù, quelli in cui ci sentiamo al top (pochi, di solito), eventuali ritardi e, per non farci mancare nulla, i dati della pressione sanguigna. Chi l'avrebbe mai detto che il nostro battito cardiaco avrebbe fatto più strada di noi, viaggiando nei server di chissà quale Paese?
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Quindi, riassumiamo: scarichiamo una app, registriamo i nostri dati e, voilà, regaliamo costantemente le informazioni quotidiane sull'andamento della nostra salute, sintomi vari e dati pressori. Tutto questo senza nemmeno sapere chi c'è dietro quella simpatica icona rosa che ci manda notifiche con messaggi motivazionali tipo "Oggi è un buon giorno per sorridere!". No, davvero: chi c'è dietro? Dove stanno questi server? In quale parte del mondo vengono raccolti e conservati i dati? E, soprattutto, che uso ne fanno?
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Forse lo potete scoprire guardando la tipologia di pubblicità che vi arriva; magari prodotti miracolosi per tirarsi su provenienti dal Tibet o dall’Amazzonia che vi vengono proposti proprio nei vostri giorni peggiori, quando magari siete più disponibili ad accettare un aiutino.
La verità è che non sappiamo chi c’è dietro, se hanno adeguate competenze mediche, se questi dati vengono venduti a terze parti (spoiler: spesso sì), se finiscono nei database di compagnie assicurative che magari un giorno potrebbero decidere che, guarda caso, il premio della tua polizza vita va un po' ritoccato verso l'alto perché hai avuto qualche picco di pressione di troppo. Non sappiamo se vengono incrociati con altri dati per profilare il nostro stato di salute, le nostre abitudini, le nostre vulnerabilità.
Spesso le app non indicano il titolare o chi l’ha creata, ma fanno riferimento ea non ben specificati “sviluppatori.”
Ma continuiamo a cliccare "Accetta" senza farci troppe domande, convinti che il digitale sia sempre un passo avanti rispetto ai vecchi metodi. E magari lo è davvero, ma a che prezzo? Siamo sicuri di voler essere noi il prodotto? Riflettiamoci un attimo, prima di fare il prossimo check-in digitale della nostra salute.
giovedì 13 febbraio 2025
mercoledì 12 febbraio 2025
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