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Il Garante Privacy dichiara guerra al Revenge Porn: attivato canale di segnalazione per il blocco veloce dei contenuti


giovedì 11 marzo 2021
di Dott. Alessandro Mammoli



E' con un comunicato stampa pubblicato il 5 Marzo che il Garante per la Protezione dei dati personali ha annunciato l'apertura, tramite il proprio sito web, di un canale di emergenza adibito al sostegno delle vittime di revenge porn. Tramite questo canale veloce, chiunque tema o abbia riscontri di utilizzo illegittimo, a scopo denigratorio, persecutorio o ricattatorio di foto e video intimi, potrà fare segnalazione immediata ed attivare un meccanismo velocizzato per il blocco di questi contenuti.

Sul tema si erà già mosso il social Facebook, che ha attivato da oltre un anno in Italia un programma pilota, affidato ad una associazione no profit, che prevede un canale di segnalazione e un attività di verifica, ricerca e blocco della circolazione di immagini e video di revenge porn.

Ora, finalmente, nasce un canale di segnalazione e reazione veloce istituzionale, col Garante per la Protezione dei dati che si muove in prima persona anche se, ricordiamo, il tema del revenge porn più che afferire al campo e al tema della privacy e della protezione dei dati afferisce al campo del penale. Il Revenge Porn infatti è divenuto reato con la legge del 29 Luglio 2019, nota sulla stampa col nome di "Codice Rosso", ma i tempi di persecuzione della giustizia penale non combaciano affatto con l'urgenza e la necessità che hanno le vittime, di un arresto più celere possibile della diffusione dei contenuti privati, che viaggiano alla grande velocità che oggi il web consente. La legge infatti chiarisce perfettamente le punizioni per gli autori del reato, ma resta invece molto vaga rispetto agli strumenti di tutela della vittima.

Le vittime di revenge porn che si collegheranno al canale di segnalazione del Garante, disponbile all'indirizzo http://www.gpdp.it/revengeporn potranno compilare un modulo specifico dove fornire tutte le informazioni necessarie a valutare il caso e permettere l'arresto della diffusione dei materiali segnalati. Grazie alla collaborazione offerta da Instagram e Facebook, almeno su questi social sarà possibile intervenire molto velocemente per rimuovere i contenuti.

Il Garante, raccolti gli elementi necessari, invierà alla vittima un link tramite il quale caricare direttamente le immagini diffuse o delle quali teme la diffusione: una volta fatto, tali immagini saranno cifrate da Facebook tramite hash, così da divenire irriconoscibili prima di essere distrutte. Tutti i possibili tentativi di pubblicazione sulle due piattaforme social saranno quindi individuate grazie ad una apposita tecnologia di comparazione.

Insomma un aiuto concreto e celere, resosi necessario dall'evidente discrepanza tra i tempi della Giustizia e le necessità delle vittime. Ma "resta imprescindibile la prevenzione. Ovvero che si affermi, specie tra le più giovani generazioni, una vera cultura della privacy intesa come consapevolezza di quanto siano preziosi i nostri dati personali, specie quelli sensibilissimi come la vita sessuale" come dichiarato sulle pagine del Massaggero dal Vice Presidente del Garante per la Protezione dei Dati Personali Ginevra Cerrina Feroni.

 




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