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Niet del Garante al Ministero dell'Interno: bocciato il sistema di riconoscimento facciale SARI


martedì 20 aprile 2021
di GDPRlab.it



 

Il sistema SARI Real Time non è conforme alle normative privacy: è una netta bocciatura quella che il nostro Garante ha riservato al sistema di riconoscimento facciale che è una evoluzione di quello che è già in uso alla Polizia scientifica.

A cosa si deve un no così secco? Al rischio, evidenziato chiaramente dalla nostra authority, di una sorveglianza di massa indiscriminata.

Il SARI Real Time in breve
SARI è l'acronimo che sta per Sistema Automatico di Riconoscimento Immagini: nella descrizione che il Ministero dell'Interno, dipartimento di Pubblica Sicurezza, ha inviato al Garante si spiega che il sistema consente di analizzare in tempo reale i volti di quei soggetti che dovessero finire ripresi dalle telecamere installate in una determinata area per confrontarli con i volti presenti in una banca dati predefinita che già contiene 10.000 volti. Se l'algoritmo di riconoscimento facciale rileva una corrisponenza tra il volto ripreso dalle telecamere e uno dei volti presenti nel database (watch list), il sistema genera un alert che viene inviato ad operatori specializzati delle forze dell'ordine. Oltre a riconoscere i volti, SARI è in grado di registrare immagini, svolgendo anche funzioni di videosorveglianza.

Un sistema che, in breve, raccoglie ed utilizza dati biometrici che, come sappiamo, sono ritenuti estremamente sensibili e bisognosi di particolare protezione.

I dubbi del Garante Italiano
Sul tema riconoscimento faciale a fini di sicurezza e ordine pubblico il dibattito è accesso un pò ovunque, dagli Stati Uniti all'Europa, come testimoniato dalle polemiche scatenatesi attorno all'app ClearView: ovviamente il problema è trovare un equilibrio tra il rispetto della privacy delle persone e le esigenze di sicurezza e ordine pubblico. Equilibrio che, ad oggi, pare molto lontano e questa difficoltà è confermata dal fatto che non vi sono basi normative chiare che delimitino questa tecnologia.

Per approfondire > Dati biometrici: l'aumento delle tecnologie che li utilizzano preoccupa il Garante Europeo

Infatti il primo dubbio, quello fondamentale, espresso dal Garante italiano è l'assenza di un quadro normativo chiaro entro il quale strumenti come il SARI Real Time possano collocarsi. Il Garante fa notare che, in assenza di norme certe, le rassicurazioni del Ministero dell'Interno non sono sufficienti, anche nel caso in cui, come annunciato dal Ministero, la volontà sia quella di cancellare le immagini dei volti una volta acquisiste dal sistema.

Il SARI inoltre, permetterebbe un trattamento automatico su larga scala di dati personali sensibili di chiunque si trovasse a passare in una determinata area: sul punto il Garante fa notare che "SARI Real Time realizzerebbe un trattamento automatizzato su larga scala che può riguardare anche persone presenti a manifestazioni politiche e sociali, che non sono oggetto di “attenzione” da parte delle forze di Polizia". Evenienza che, oltre a mettere in gioco dati biometrici di persone non attenzionate, svelerebbe le opinioni politiche degli individui e, come si sa, tale tipologia di dati gode di una tutela rafforzata che verrebbe violata apertamente da uno strumento di videosorveglianza di massa non normato sufficientemente.

"È proprio a causa della loro forte interferenza con la vita privata delle persone che la normativa in materia di privacy stabilisce rigorose cautele per i trattamenti di dati biometrici e per particolari categorie di dati (ad esempio, quelli idonei a rivelare opinioni politiche, sindacali, religiose, orientamenti sessuali), i quali devono trovare giustificazione in una adeguata base normativa. Base normativa che non è stata rinvenuta nella documentazione fornita dal Ministero dell’interno" si legge ancora nella nota del Garante.

Da questo punto di vista quindi il Garante caldeggia l'approvazione di una specifica normativa sul tema del riconoscimento facciale a fini di prevenzione e repressione dei reati: normativa che dovrebbe del tutto eliminare ogni spazio di discrezionalità dell'utilizzatore. Perchè ciò sia possibile andrebbero dettagliati i criteri per i quali i soggetti sono inseriti nella watch list, le conseguenze in caso di falsi positivi dato che gli algoritmi di riconoscimento facciale presentano ancora forti limiti e ampio margine d'errore e specifiche previsioni di tutela delle minoranze etniche.

Ad ora, insomma, il SARI Real Time non potrà essere utilizzato: potrà entrare in uso solo dopo che sarà emanata apposita legge e dopo che saranno apportati gli eventuali correttivi perchè il sistema sia conforme. 




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