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Dopo le polemiche, il Garante Irlandese interviene: 225 milioni di multa a Whatsapp per violazione del GDPR


lunedì 6 settembre 2021
di GDPRlab.it



Il Data Privacy Commissioner irlandese ha multato Whatsapp per 225 milioni di euro per violazione delle disposizioni del GDPR: è la sanzione più pesante mai emessa fino ad oggi dall'autorità irlandese. Oltre alla multa, ovviamente, Facebook (che, ricordiamo, possiede Whatsapp) dovrà procedere ad apportare una serie di correttivi per rendere conforme alle previsioni di legge il trattamento dati. Le mancanze che il Garante irlandese ha riscontrato nel trattamento di Whatsapp prima di tutto sono da ravvedersi nel "non aver assolto ai suoi obblighi di trasparenza" nell'ambito della dovuta comunicazione agli utenti su come, quando e perchè vengono processati i dati personali.

Fonte > La comunicazione alla stampa del Garante irlandese

Da parte sua, la società californiana ha già fatto sapere di ritenere completamente sproporzionata la sanzione, dichiarando di aver sempre avuto massima attenzione per "per garantire che le informazioni che forniamo siano trasparenti e complete e continueremo a farlo. Non siamo d’accordo con la decisione odierna in merito alla trasparenza che abbiamo fornito alle persone nel 2018 e le sanzioni sono del tutto sproporzionate».

La sanzione del Garante irlandese è stata aumentata su richiesta dei Garanti Europei
La multa originaria comminata dal Garante irlandese era, in realtà, molto più bassa: ammontava a massimo 50 milioni di Euro. E' stata l'Europa ad obbligare l'autorità irlandese ad aumentarla, fino all'attuale ammontare che è 4 volte tanto.

Infatti questa sanzione deriva da una indagine iniziata alla fine del 2018 dal Garante irlandese, la cui gestione della faccenda aveva scatenato una serie di polemiche: a Marzo di quest'annno, fonti autorevoli come il Garante tedesco, l'autorità tedesca per la protezione dei dati e la Commissione per le libertà civili, la Giustizia e gli Affari Interni del Parlamento Europeo avevano criticato duramente il garante irlandese per il "trattamento di favore" riservato alle Big Tech. Facevano notare che di ben 27 procedure aperte contro le Big Tech in Irlanda nessuna era ancora arrivata a conclusione. Il clima era così teso che la Commissione per le libertà civili, la Giustizia e gli Affari Interni del Parlamento Europeo aveva proposto una mozione contro il Garante irlandese nella quale si faceva richiesta per l'avvio della procedura di infrazione contro l'Irlanda per non aver correttamente applicato il GDPR.

Per approfondire > Il Garante Privacy irlandese sotto accusa: agevolerebbe Facebook e le Big Tech

Era stato nell'ambito di queste tensioni che il Garante Irlandese, a fine 202, aveva presentato agli omologhi europei un progetto di decisione nella quale l'ammenda si limitava ad un intervallo tra i 30 e i 50 milioni di euro: erano state però ben 8 le authority che avevano contestato l'ammontare della sanzione. Nell'impossibilità del Garante irlandese di risolvere le controversie tra i singoli Garanti, è stata coinvolto direttamente il Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB). E' stato proprio l'EDPB a imporre al Garante irlandese, nel Luglio di quest'anno, di rivalutare e aumentare la sanzione indicando una serie di fattori da tenere in considerazione, compreso l'immenso fatturato di Facebook.

Il "fatturato" è menzionato esplicitamente nell'articolo 83, paragrafi 4 e 6, del GDPR, in relazione al calcolo del massimo dell'ammenda applicabile alle imprese con un fatturato annuo totale nell'esercizio precedente che ammonta a più di 500 milioni di euro (l'importo massimo dinamico dell'ammenda). L'obiettivo è chiaro: garantire che un'ammenda efficace, appropriata e dissuasiva possa essere applicata come deterrente anche alle più grandi imprese" si legge chiaramente nella decisione dell'EDPB.

Fonte > EDPB requests that Irish SA amends WhatsApp decision with clarifications on transparency and on the calculation of the amount of the fine due to multiple infringements




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