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Privacy: gli italiani spengono i dispositivi per paura di essere registrati


giovedì 20 ottobre 2022
di Dott. Alessandro Mammoli



Privacy: l'indagine di Cisco parla chiaro. I consumatori non si fidano delle aziende e chiedono più trasparenza nella gestione dei dati.

Privacy: gli italiani non si fidano molto dei propri dispositivi

Snoccioliamo qualche numero:

  • il 46% di chi ha un dispositivo in ascolto, ha dichiarato di spegnerlo per proteggere la propria privacy;
  • il 53% verifica le impostazioni dei cookie di un sito web prima di accettare il trattamento;
  • il 37% ha cambiato fornitore a causa delle privacy policy.

Il report Cisco Consumer Privacy 2022 (scaricabile qui), che "misura" ogni anno la percezione e i comportamenti degli utenti in fatto di privacy, parla chiaro.

Privacy e intelligenza artificiale: gli utenti si fidano poco dell'AI

Dal report emergono, tra gli altri, due punti salienti: gli utenti richiedono sempre maggior trasparenza sull'uso che viene fatto dei loro dati e non si fidano, tendenzialmente, dell'intelligenza artificiale. Questa sfiducia verso l'intelligenza artificiale però va dettagliata: la maggior parte degli intervistati italiani si dichiara favorevole all'uso dell'AI e ben il 67% ha dichiarato di essere disposto a condividere in modo anonimo i propri dati al fine di migliorare i prodotti. Il problema è che gli utenti hanno scarsa fiducia sul modo in cui l'intelligenza artificiale utilizza i dati personali. Questo nonostante la maggioranza abbia affermato di ritenere i benefici dell'uso dell'AI superiori ai rischi.

Per l'81% degli intervistati in Italia, il modo in cui un'azienda tratta i dati personali rispecchia in pieno il rispetto che questa ha verso i propri clienti. Una percentuale che è andata crescendo costantemente dal 2019, a riprova del fatto che gli utenti si fanno sempre più consapevoli. La conseguenza? Il 76% degli italiani intervistati dichiara che non compra prodotti di aziende di cui non si fida. Di contro, l'87% delle aziende ritiene di aver attivato processi che garantiscono decisioni automatizzate conformi e armonizzate con le aspettative dei clienti.

Insomma, una bella divergenza di percezione tra consumatori e aziende.


Dati personali: che intervenga il Governo!

L'altro dato estremamente interessante è che più della metà degli intervistati italiani dichiara la profonda convinzione della necessità che il Governo abbia un ruolo più forte nella protezione dei dati dei consumatori.

E se al momento Governi e aziende richiedono la protezione dei dati che si trovano fuori dai confini nazionali, sempre più aziende stanno spostando i propri dati (e lo richiedono ai partnet) entro i confini nazionali. Insomma sempre più spesso sono introdotti requisiti di localizzazione che, però, hanno un alto costo per le aziende.

L'88% delle aziende intervistate spiega di aver registrato un aumento consistente dei costi operativi proprio a causa della localizzazione dei dati. Qui i consumatori si mostrano divisi: tendenzialmente sono a favore della localizzazione dei dati, ma circa il 40% diviene contrario se questo deve comportare un aumento del costo dei prodotti o dei servizi che acquistano.




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