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ChatGPT: il Garante italiano non è più solo


giovedì 13 aprile 2023
di GDPRlab.it



ChatGPT: la decisione del Garante italiano di ordinare lo stop al trattamento dati ha sollevato scalpore e polemiche. Ora si stanno muovendo altri Garanti

 

ChatGPT e il Garante italiano: OpenAI blocca l'accesso dall'Italia

Il 31 Marzo il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto la limitazione del trattamento dati di utenti italiani nei confronti di OpenAI, l'azienda proprietaria di ChatGPT.

“Stop a ChatGPT finchè non rispetterà la disciplina privacy”

è l’incipt del comunicato stampa col quale il Garante annuncia lo stop provvisorio. Concretamente significa che il Garante per la Protezione dei dati personali ha disposto “con effetto immediato” la limitazione del trattamento dati degli utenti italiani. OpenAI, che ricordiamo è società statunitense, non potrà trattare ulteriormente i dati degli utenti italiani. Non per sempre, va detto, ma almeno fino a quando non adempirà alle previsioni della normativa privacy.

Contestualmente il Garante ha anche annunciato l’avvio dell’istruttoria, mentre in data 5 Aprile c'è stao un primo incontro tra l'autorità italiana e rappresentanti di OpenAI per cercare una soluzione.

Per approfondire > Il Garante Privacy impone lo stop a ChatGPT

 

I Garanti europei (e non solo) iniziano ad intervenire sulle AI

Se, da una parte, alcuni parlamentari europei hanno espresso profonda contrarietà alla decisione del Garante italiano, dall'altra altre autorità iniziano ad interessarsi a ChatGPT. La Reuters, ad esempio, ha fatto sapere che le autorità di protezione dei dati personali di Francia e Irlanda hanno contattato l'autorità italiana per conoscere i dettagli del divieto. Ugualmente la Germania sembra intenzionata a muoversi nella stessa direzione, mentre il Garante spagnolo si è dimostrato possibilista rispetto ad una futura indagine pur non avendo ricevuto reclami formali.

"Stiamo in contatto con l'autorità italiana. Ci coordineremo con tutte le autorità di protezione dei dati UE in relazione a questa questione"

ha detto un portavoce dell'autorità garante irlandese

 

Il Canada ammonisce Chat GPT (e non solo)

L'autorità garante canadese ha optato, invece, per una decisione molto simile a quella del nostro Garante avviando un istruttoria sull'azienda dietro ChatGPT, ovvero OpenAI.

"La tecnologia AI e i suoi effetti sulla privacy sono una priorità per il mio Ufficio. Dobbiamo stare al passo con i rapidi progressi tecnologici e anticiparli: questa è una delle principali aree di interesse in qualità di Commissario"

ha dichiarato il Commissario Privacy canadese Philippe Dufresne.

L'istruttoria è stata avviata in risposta ad una denuncia relativa alla raccolta, uso e divulgazione di informazioni personali senza consenso degli interessati. L'indagine è ad ora in corso e non si hanno ulteriori dettagli.

 

ChatGPT e Garante italiano: a che punto siamo?

Nel frattempo c'è un aggiornamento importante. Qualche giorno fa c'è stato un incontro tra il garante Privacy italiano e OpenAI. Nel comunicato stampa che il Garante ha pubblicato sul proprio sito web si legge che

"OpenAI, pur ribadendo di essere convinta di rispettare le norme in tema di protezione dei dati personali, ha tuttavia confermato la volontà di collaborare con l’Autorità italiana con l’obiettivo di arrivare ad una positiva soluzione delle criticità rilevate dal Garante riguardo a ChatGPT".

OpenAI ha preso l'impegno di:

  • rafforzare la trasparenza nell'uso dei dati personali degli interessati,
  • migliorare meccanismi e modalità di esercizio dei diritti degli interessati
  • introdurre garanzie per i minori.

 

Leggi qui il comunicato stampa completo.




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