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Videosorveglianza rifiuti: sanzionato il Comune di Modica


mercoledì 20 settembre 2023
di GDPRlab.it



 

Videosorveglianza rifiuti: Comune siciliano installa telecamere di controllo intorno alle zone di raccolta differenziata ma non fornisce tutte le informazioni. Sanzionato dal Garante 

 

Videosorveglianza rifiuti: il reclamo di un cittadino

Un cittadino del Comune di Modica ha deciso di rivolgersi al Garante per la protezione dei dati personali dopo aver ricevuto alcune sanzioni amministrative per violazione di un'ordinanza sindacale sul conferimento dei rifiuti. In dettaglio, le sanzioni originavano dall'errato conferimento dei rifiuti indifferenziati. Errato conferimento che il Comune ha ricostruito tramite la visione dei filmati provenienti da una serie di telecamere poste nei pressi dei cassonetti.

Il cittadino ha deciso di presentare reclamo quando si è reso conto che gli accertamenti delle violazioni sono avvenuti oltre un mese dopo la data in cui i filmati risultano registrati. 

 

L'attività istruttoria del Garante Privacy

Il Garante ha anzittutto ricostruito come il Comune avesse dato l'incarico di acquistare, installare e manutenere le telecamere a due aziende private. La volontà del Comune era infatti quella di

 "contrastare il fenomeno diffuso dell'abbandono dei rifiuti e il non corretto conferimento dei rifiuti solidi urbani".

Il Comune ha quindi proceduto a nominare ausiliari di Polizia Giudiziaria i titolari delle ditte incaricate, al fine di autorizzare il prelievo e l'analisi dei filmati relativi alle violazione del regolamento ambientale.

In tale contesto, una volta ricevuti i filmati, la Polizia Locale ha proceduto a visionare gli stessi e a redigere la nota di servizio, archiviando poi i video come elemento probatorio, così come per renderli disponibili per la visione o il rilascio per il diritto all'eventuale ricorso del trasgressore. Sul territorio comunale, inoltre, sarebbero presenti diversi cartelli informativi che segnalano le aree sottoposte a videosorveglianza.

Questo quanto ricostruito dal Comune di Modica in risposta ad una richiesta di informazioni del Garante.  

 

Il Garante invia una seconda richiesta di informazioni

Il Garante, non soddisfatto delle prime informazioni ricevute dal Comune, invia ulteriore richiesta. In risposta, il Comune specifica che i tempi di conservazione dei video sarebbero pari a

 “sette giorni successivi alla rilevazione delle informazioni e delle immagini raccolte mediante l’uso di sistemi di videosorveglianza”, fatte salve speciali esigenze di ulteriore conservazione”

Le immagini, inoltre, sono visionabili solo dalla Polizia Locale che le riceve dalle aziende incaricate entro due giorni. La ditta installatrice risulta incaricata del compito di responsabile esterno del trattamento, con nomina documentale specifica. Nei pressi delle aree videosorvegliate, dichiara ancora il Comune, sono presenti i cartelli informativi come da previsioni art. 13 e 14 del GDPR. Sul sito web istituzionale, inoltre, i cittadini possono accedere ad "adeguata informativa".

Per approfondire > Videosorveglianza in azienda: installare un impianto in regola

 

Il Garante opta per la sanzione

Il Garante, al termine dell'istruttoria, ha ravvisato alcune criticità. A cominciare dal fatto che il Comune di Modica non aveva determinato i tempi di conservazione dei filmati. Così come ha nominato responsabili del trattamento le due aziende soltanto dopo l'inizio del trattamento dei dati. 

Così le due aziende hanno ricevuto, anch'esse, una sanzione: 

  • 10.000 euro una per non aver operato con esplicita nomina di responsabile del trattamento
  • 5000 euro per l'altra azienda per la nomina di responsabile in ritardo.

 

Il Comune invece ha ricevuto una sanzione amministrativa di 45.000 euro, tenuto di conto il fatto che le riprese avvenivano in luogo pubblico, per un lungo arco temporale (da Agosto 2017 a Maggio 2021) e hanno riguardato un numero elevato di interessati. Il Garante non ha però ritenuto doloso il comportamento dell'ente comunale e anzi ha considerato positivamente la collaborazione offerta.

Qui è consultabile il provvedimento completo del Garante 




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