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Privacy e la tecnologie emergenti: una sfida continua


lunedì 30 dicembre 2024
Di Avv. Gianni Dell'Aiuto



La protezione dei dati personali non è più un tema confinato alla conformità normativa, ma si è trasformata in una sfida tecnologica e strategica che cambia a velocità impressionante. Le tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale e la blockchain, stanno riscrivendo le regole del gioco, offrendo strumenti potenti ma imponendo anche nuove responsabilità. Non siamo più nell’epoca in cui la privacy si proteggeva semplicemente chiudendo un cassetto o alzando un firewall.

Intelligenza artificiale: nuove frontiere della privacy

Oggi, l’orizzonte è quello di sistemi sempre più sofisticati, che richiedono un’attenzione costante e, soprattutto, la capacità di adattarsi a scenari in continua evoluzione. Immaginate un’azienda che utilizza l’intelligenza artificiale per analizzare i dati dei clienti: un sistema capace di prevedere con precisione i comportamenti di acquisto, ma che al tempo stesso potrebbe accumulare informazioni sensibili senza che ci sia un controllo sufficiente.

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È qui che entra in gioco la vigilanza proattiva. Non si tratta solo di rispondere a un problema quando emerge, ma di anticiparlo, prevedendo vulnerabilità prima ancora che si trasformino in una minaccia. Strumenti come il machine learning possono essere addestrati per rilevare anomalie nei sistemi, segnalando possibili tentativi di intrusione o uso improprio dei dati prima che sia troppo tardi.

E poi c'è la blockchain, una tecnologia che molti associano alle criptovalute, ma che offre ben più di questo. La sua struttura decentralizzata e immutabile può garantire un livello di sicurezza senza precedenti. Per esempio, nei sistemi sanitari, utilizzare la blockchain per registrare i dati dei pazienti può ridurre drasticamente i rischi di accessi non autorizzati. Tuttavia, anche queste soluzioni non sono immuni da sfide: la governance di tali sistemi e l’adozione su larga scala richiedono un ripensamento delle policy di gestione della privacy.

Questa rapidità con cui le tecnologie si evolvono rende sempre più evidente un punto cruciale: la necessità di adattamento. Le aziende non possono più permettersi di considerare la protezione dei dati come una pratica statica, ma devono essere pronte a evolvere insieme agli strumenti che utilizzano. Tutto ciò richiede un approccio dinamico, una continua revisione delle politiche e l’adozione di un mindset proattivo.

Ogni nuova tecnologia porta con sé nuove opportunità, ma anche nuovi rischi, e ignorare quest’ultimo aspetto può trasformare un’opportunità in un disastro. Rimanere al passo non è solo una questione di compliance, ma di sopravvivenza aziendale. Chi non sarà capace di adattarsi rischierà di perdere non solo la fiducia dei clienti, ma anche la propria credibilità sul mercato.

Innovare significa anche sapersi fermare a riflettere, vigilare e proteggere, perché nell’era digitale ogni azione ha un’eco che si amplifica in modo imprevedibile. Conoscere le tecnologie, comprenderle e utilizzarle responsabilmente è la vera sfida: una sfida che richiede il coraggio di guardare avanti e, soprattutto, la volontà di non smettere mai di vigilare.

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Ma non dimentichiamo l’altra parte della medagli: i cybercriminali.

Nel mondo digitale, questi ultimi non solo si aggiornano continuamente, ma sono spesso i primi a sperimentare e sfruttare le nuove tecnologie. Hanno la capacità di individuare vulnerabilità laddove gli altri vedono solo innovazione, trasformando strumenti creati per il progresso in armi pericolose. Sanno bene che ogni nuova tecnologia porta con sé falle da esplorare, e non esitano a farlo. Questo scenario obbliga le aziende a una riflessione: quanto sono pronte a gestire una realtà in cui i loro avversari giocano sempre d’anticipo?

Se i cybercriminali dedicano risorse ed energia per conoscere le ultime novità e trovare punti deboli, le aziende non possono permettersi di restare indietro. L’aggiornamento continuo e una visione proattiva non sono solo opzioni, ma doveri. La sicurezza non è mai garantita da una sola misura difensiva, ma da una combinazione di vigilanza costante, tecnologie avanzate e cultura della protezione dei dati.

Ogni azienda, quindi, deve porsi una domanda chiave: vuole essere protagonista della rivoluzione digitale o diventare un facile bersaglio per chi la vede solo come una miniera di opportunità criminali?

 

 




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