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Greenbone Network ripete l'esperimento sulle immagini diagnostico-sanitarie... come sarà il risultato


martedì 19 novembre 2019
Considerazioni del presidente AIP Alessandro Papini





Il precedente: 400 milioni di immagini medico / diagnostiche esposte senza protezione sul web: Italia maglia nera in Europa

Greenbone, azienda tedesca che si occupa di analisi e gestione di vulnerabilità, dopo 60 giorni ha deciso di ripetere l'esperimento sullo stato dei sistemi di storage di immagini sanitario-diagnostiche. Ebbene, se 60 giorni fa le immagini e i dati sensibili esposti erano "solo" 733 milioni, adesso il conteggio ammonta a circa 1 miliardo e 190 milioni di immagini e dati esposti in Internet... circa il 60% in più. Giustamente Greenbone, che definisce questa situazione spaventosa, si domanda:

"È ignoranza o negligenza? "Check again" è uno dei mantra della sicurezza informatica e in particolare per la gestione delle vulnerabilità. Ovvero, prova ancora per vedere come si evolve lo stato di sicurezza informatica e se le misure e gli strumenti che sono stati implementati funzionano e forniscono effettivamente i vantaggi desiderati. È questo il motivo per cui abbiamo deciso di fare una revisione solo 60 giorni dopo il primo rapporto. Ma trovare ancora più studi, con più immagini ad essi correlate, non è quello che ci aspettavamo di vedere. Alla domanda se è ignoranza o negligenza si può rispondere solo in questo modo: Dal nostro punto di vista, è entrambi in una combinazione malsana."

Prosegue Greenbone realizzando tre categorie di nazioni, le buone, le brutte e le cattive, ovvero chi ha fatto qualcosa in questi sessanta giorni, chi non ha fatto assolutamente niente e chi addirittura ha aumentato l'esposizione dei dati sensibili altrui alla mercè di chiunque su internet. Vi risparmio la classifica e vi confermo quello che stavate supponendo: l'italia è a buon diritto nella categoria dei cattivi, ma non avevamo dubbi!

Quello che mi rattrista è l'assoluta mancanza di provvedimenti sia da parte delle aziende coinvolte che da parte degli utenti finali, che vedono i loro dati in bella mostra e questo si può riassumere con un unica responsabilità: il Servizio di Garante per la protezione dei dati personali che è allo sbando perche non rinnovato, non corroborato da nuova linfa di risorse economiche e di idee e che è abbandonato a se stesso mentre nel mondo digitale sta succedendo il finimondo. Ma lo vogliamo eleggere questo collegio del Garante? Gli vogliamo dare gli strumenti necessari per agire? Oppure chiudiamolo del tutto e voltiamoci dall'altra parte, faremo più figura.

Se non fosse tragica la situazione ci sarebbe da ridere e invece mentre scrivo queste righe LulzSecIta ha demolito il portale di Bayer Italia, il portale della salute e quello di Regione Sicilia e non è uno scherzo.

Iniziamo a parlare di protezione dati e non di privacy per Dio!

Chi volesse leggersi l'articolo integrale in lingua originale si faccia due risate all'indirizzo https://www.greenbone.net/en/the-good_bad_ugly-amount_is_rising/

Alessandro Papini - Presidente Accademia Italiana Privacy




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