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Facebook VS Apple: per il social la nuova Policy Privacy della Mela è troppo stringente e depotenzierà l'advertising


giovedì 17 dicembre 2020
di s-mart.biz



Da qualche giorno i rumors si sussegono riguardo la volontà da parte di Apple anzitutto di aumentare la produzione di Phone, ma, sopratutto, riguardo la decisione di inasprisce nettamente le regole sulla privacy.  La Mela ha imposto a tutti gli sviluppatori di applicazioni, indipendentemente che siano per Mac, iPhone, iPad, Apple Watch o Apple Tv di creare una specie di etichetta che specifichi in dettaglio agli utenti come saranno usati e conservati i dati e per quali finalità. Contestualmente sono state aggiornate sia la sezione del sito Apple dedicata alla privacy, sia l'informativa privacy che viene mostrata a chiunque usa prodoti e servizi.

Che ci sarebbe stata una netta svolta dal punto di vista privacy si è saputo a Giugno, quando Apple aveva preannunciato il nuovo corso alla conferenza degli sviluppatori che si è tenutoa quel mese: l'idea è semplice quanto importante, ovvero garantire agli utenti di poter rintracciare tutto ciò che riguardi le applicazioni e la privacy in un unico documento di sintesi facilmente comprensibile, detto "informazioni sulla privacy". Di fatto è un tentativo, forse il primo e unico, di trovare una soluzione o quantomeno mitigare il problema legato alla lunghezza, difficoltà e scarsa chiarezza delle informative privacy e di data security per come sono oggi comunemente impostate. “Non chiediamo agli sviluppatori di cambiare le app o il business model, si tratta solo di dire agli utenti in modo trasparente quali dati vengono raccolti“: tutto qui. Chi non si adatterà però, semplicemente, vedrà le proprie app rimosse dall'Apple Store.

Le "informazioni privacy" sono suddivise in tre diverse schede, ovvero

  • i dati usati per tracciare l'utente, usati a fini pubblicitari collegando le informazioni sulla persona o sul dispositivo raccolti da un app con i dati raccolti da altre app o siti;
  • i dati collegati alla persona, all'acount, al dispositivo, all'identità o alla cronologia i navigazione;
  • i dati non collegati alla persona.

Facebook non ci sta e lancia la campagna contro Apple
Facebook non ci sta, ovviamente, dato che il suo intero business gira, vive ed esiste grazie ai nostri dati. E ha deciso di farlo sapere chiaramente avviando quella che è definibile come una vera e propria campagna contro Apple: così Facebook, ha comprato ben 3 pagine sui principali quotidiani statunitensi (New York Times, Washington Post e Wall Street Journal) e ha perfino aperto un sito ad hoc per l'occasione.

"Apple sta adottando un comportamento anti-concorrenziale usando il proprio controllo dell'App Store a vantaggio del proprio profitto e a scapito dell piccole imprese", questo ha dichiarato ai giornalisiti Dan Levy, vicepresisdente di Gogole per Ads e Business.

Il sunto della presa di posizione di Marck Zuckerberg è semplice: Facebook si schiera dalla parte delle piccole e medie imprese che, grazie all'advertising, sono riuscite a farsi pubblicità e vendere in tutto il mondo, anche e sopratutto in questo periodo di pandemia. Le nuove regole imposte da Apple agli sviluppatori, che ad ora sono richieste ma non vincolanti, ma lo saranno da inizio 2021, obbligheranno queste aziende ad ottenere il consenso da parte degli utenti prima di poter elaborare le informazioni a loro afferenti. Cosa che, in teoria, è già obbligata da molte legislazioni, ma, come si sa, non avviene quasi mai, nella pratica, in modo trasparente e chiaro per l'utente.

D'altronde Facebook sa bene che, qualora venga visualizzata all'utente questa possibilità, esso molto probabilmente sceglierà di rispondere con un secco NO rinunciando alla visualizzazione di pubblicità in linea con interessi e gusti personali, ma evitando allo stesso tempo di vedere tracciata le proprie attività on line e nelle app. Facebook ha osato anche delle stime, affermando che l'entrata in vigore di questa policy produrrà danni pesantissimi: la previsione è di un calo del 60% delle vendite di fronte allo stesso livello di investimento in advertising.




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