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Cold mail: inutili e illegali


lunedì 10 febbraio 2025
Di Avv. Gianni Dell'Aiuto



  

Quanto fastidio vi danno le mail non richieste, indesiderate, di pubblicità o proposte commerciali che intasano la vostra casella di posta? Messaggi che spesso arrivano dall'India con la promessa di un sito web migliore graficamente e più indicizzato. Oppure offerte di premi e aumento di clienti per chi sottoscrive incredibili abbonamenti. Sono quelle che comunemente chiamiamo "cold mail", inviate random a contatti sconosciuti nella speranza di generare un'opportunità di business ma quanto sono davvero efficaci e soprattutto sono legali?

Cold Mail: Oppurtunità o rischio? 

Il presupposto alla base delle cold mail è che, inviando centinaia o migliaia di e-mail a contatti sconosciuti, qualcuno possa essere interessato al prodotto o servizio offerto. Nella realtà questi messaggi finiscono per essere ignorati, cestinati o segnalati come spam.

L'assenza di una relazione preesistente tra mittente e destinatario rende oltretutto queste comunicazioni poco efficaci e spesso dannose per l'immagine dell'azienda che le invia.

Ma, oltre a essere inutili, le cold mail possono essere pericolose per chi le invia. In un'epoca in cui la sicurezza informatica è una priorità, ricevere e-mail non richieste da sconosciuti può far scattare l'allarme phishing, portando il destinatario a diffidare dell'azienda e della sua credibilità.

Inoltre, una campagna di cold mail mal gestita può danneggiare la reputazione digitale del dominio aziendale, aumentando il rischio che le future e-mail finiscano automaticamente nella cartella spam, oltre a rendere impossibile la creazione di una valida Digital Trust.

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Dal punto di vista legale, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati impone restrizioni severe sull'invio di comunicazioni non richieste. Secondo il principio della privacy by design, le aziende dovrebbero chiedere e ottenere un consenso esplicito prima di contattare un individuo per scopi di marketing.

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L'invio di cold mail senza consenso può costituire una violazione del GDPR, con conseguenze che vanno da sanzioni pecuniarie a danni reputazionali. Se l'obiettivo è ampliare la propria rete di contatti e generare opportunità commerciali, esistono alternative più efficaci e rispettose delle normative come creare contenuti di valore che attirino clienti interessati ai prodotti o servizi offerti, utilizzare LinkedIn e altri strumenti per stabilire connessioni genuine prima di contattare un potenziale cliente e costruire una lista di contatti basata su permessi espliciti, migliorando la qualità delle interazioni.

Conclusioni

In definitiva, le cold mail non solo sono fastidiose e poco efficaci, ma possono anche mettere a rischio la reputazione e la conformità legale delle aziende.

Meglio puntare su strategie di marketing più etiche ed efficienti evitando di intasare le caselle di posta altrui con comunicazioni non desiderate. Si evita inoltre il rischio di essere segnalati al Garante che, a fronte di invii massivi di mail, potrebbe imporre il divieto di trattamento dati o altre sanzioni correttive insieme a quelle note salatissime che potrebbero essere anche superiori a cifre a quattro zeri.




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