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lunedì 12 maggio 2025
Di Avv. Gianni Dell’Aiuto
Nel contesto attuale, caratterizzato dall’esponenziale crescita della raccolta e dell’analisi dei dati, le imprese si trovano a dover rivedere le proprie strategie operative. L’innovazione tecnologica ha reso possibili raccolte massicce di informazioni, algoritmi di profilazione avanzata e processi decisionali basati sull’intelligenza artificiale. Tuttavia, tali strumenti possono facilmente trasformare la gestione dei dati in un processo freddo e meccanico, dimenticando che dietro ogni dato c’è una persona con una storia, emozioni e un’identità irriducibile.
Le normative attuali, tra cui il GDPR e altre leggi nazionali, hanno posto le basi per un sistema di protezione dei dati che, seppur efficace in molti ambiti, spesso adotta una visione che si concentra principalmente sugli aspetti burocratici e procedurali. Questo approccio rischia di ridurre la persona a un semplice “dato” da processare, dimenticando l’importanza della sua unicità e il diritto alla privacy. È in questo scenario che si rende urgente un cambio di paradigma: la gestione dei dati non può limitarsi a una mera raccolta e classificazione, ma deve essere in grado di riconoscere e tutelare la complessità dell’essere umano.
L’AI Act, con le sue disposizioni, rappresenta un tassello fondamentale in questo nuovo approccio. La normativa non si limita a stabilire regole per l’adozione dell’intelligenza artificiale, ma insiste sulla necessità di un utilizzo etico e trasparente degli algoritmi. Questo si traduce in un obbligo per le aziende di garantire che ogni processo automatizzato rispetti la dignità e l’integrità della persona, evitando discriminazioni e semplificazioni eccessive. Non si tratta solo di conformarsi a un dettato normativo, bensì di adottare una visione strategica che consideri il dato come un riflesso dell’individuo, con tutte le sue sfumature e complessità.
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Per le imprese, questo rappresenta una sfida ma anche un’opportunità. Investire in data protection e in sistemi di intelligenza artificiale conformi all’AI Act significa dotarsi di strumenti che, oltre a tutelare i diritti fondamentali, possono migliorare la reputazione aziendale e rafforzare la fiducia dei clienti. Quando una società dimostra di trattare i dati dei propri utenti come un patrimonio prezioso e insostituibile, questo segnala una chiara attenzione verso l’etica e la responsabilità sociale.
Le aziende che abbracciano questo approccio non solo riducono il rischio di sanzioni e controversie legali, ma si posizionano in un mercato sempre più attento ai valori umani.
Implementare strategie che integrino la protezione dei dati con le prescrizioni dell’AI Act comporta l’adozione di tecnologie e processi che, sin dall’ideazione del prodotto, considerano il principio del “privacy by design”. Significa progettare sistemi informatici in cui la raccolta, l’elaborazione e la conservazione delle informazioni siano strutturati per minimizzare il rischio di violazioni e per garantire la massima trasparenza nei confronti degli utenti. In questo quadro, le aziende devono investire in formazione del personale, aggiornamento dei sistemi di sicurezza e nella revisione costante delle policy aziendali per adattarle a un contesto in continua evoluzione.
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Un’ulteriore implicazione riguarda l’importanza di audit regolari e di valutazioni d’impatto che verifichino non solo la conformità tecnica dei sistemi, ma anche l’aderenza ai principi etici fondamentali.
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Le aziende, in collaborazione con esperti di diritto e tecnologia, devono sviluppare metriche specifiche che misurino l’efficacia delle misure di protezione adottate. Solo in questo modo è possibile garantire che il trattamento dei dati non si riduca a un mero adempimento normativo, ma diventi un vero e proprio strumento per valorizzare la relazione tra dati e persona.
In conclusione, il passaggio dai dati alla persona implica un ripensamento radicale delle modalità con cui le imprese gestiscono le informazioni. È necessario abbandonare la logica della mera conformità tecnica per abbracciare un modello che metta al centro l’individuo e la sua complessa umanità. L’adozione congiunta della data protection e delle disposizioni previste dall’AI Act non è più una scelta, ma un imperativo strategico che può fare la differenza in un mercato globale sempre più competitivo e consapevole. Le aziende che sapranno cogliere questa opportunità non solo garantiranno la protezione dei dati, ma contribuiranno a costruire un futuro in cui la tecnologia è al servizio del benessere e della dignità umana.
lunedì 28 aprile 2025
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