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Educazione digitale familiare


giovedì 15 febbraio 2024
Avv. Gianni Dell’Aiuto



Nei primi anni di vita di un bambino, si presta attenzione all’alimentazione, al sonno, al movimento, tutti aspetti che impattano fortemente sulla salute e sullo sviluppo fisico, cognitivo, psicologico, affettivo, relazionale e sociale di una persona in questa fondamentale fase della sua esistenza. Ovviamente si presta attenzione anche all’aspetto ludico e, quindi, ogni genitore dovrà valutare con attenzione gli oggetti che passano per le loro mani in quanto saranno questi a dare un primo imprinting al modo di interagire dei figli. Purtroppo, nell’era della rivoluzione digitale, gli oggetti che vengono messi in mano a bambini anche in tenerissima età sono gadget elettronici ma anche tablet e cellulari dei genitori che, per avere qualche attimo di tranquillità, per potersi dedicare senza distrazioni ad attività fondamentali oppure, per far stare buono un figlio, mettono a sua disposizione lo strumento sul quale il piccolo può guardare immagini che scorrono o ascoltare musiche adatte a lui. 

Già nel 2016 era emerso che i bambini sono a contatto con gli schermi già dai primissimi mesi di vita, e per un tempo di esposizione sempre maggiore nonostante le raccomandazioni in ambito pediatrico che già suggerivano di limitare esposizione e tempo di utilizzo ed evitare del tutto i media digitali nella fascia 0-2 anni oltre a non utilizzarli in determinati momenti della giornata quali i pasti e prima del sonno. I pediatri confermano che queste abitudini influenzano il comportamento negli anni successivi, condizionando comportamenti e apprendimento. Invece, non mentiamo a noi stessi, per far addormentare un bambino o farlo mangiare serenamente sono sempre più i genitori che mettono loro in mano un device. Sono scene a cui abbiamo assistito tutti. Inoltre, spesso, i bambini sono i protagonisti dei video e delle foto che i genitori postano sulle piattaforme social. Dal momento della nascita che deve essere diviso con amici e contatti fino ai primi giorni di scuola per passare ai video di child shaming il cui scopo è proprio quello di esporre il figlio alla reazione della rete. Esistono anche video in cui le madri improvvisano balletti con le figlie o nei quali si truccano insieme. Si tratta di libere scelte personali, pertanto niente da dire, ma alcune riflessioni diventano importanti. In primo luogo i genitori evidentemente non si rendono conto che stanno costruendo ai figli un’identità digitale che un bambino forse non vorrebbe e che, in ogni caso, dovrebbe essere il frutto di una scelta consapevole.

Inoltre per fare ciò, vengono messi a disposizione della rete i dati personali e le immagini dei figli. L’ideale per chi volesse clonare le loro identità o creare altri profili per poi usarli o rivenderli nel darkweb o nel deepweb. Si tratta del digital kidnapping di cui abbiamo già trattato. In sintesi si pone sempre più urgente il problema dell’educazione digitale familiare, argomento che passa da una indispensabile consapevolezza dell’impatto che la vita digitale ha sulle persone. Non si tratta, infatti, solo di immagini, video o commenti, ma di un complessivo stile di vita demandato ai device e che si riflette sul comportamento umano a più livelli, ad iniziare da quello delle relazioni verso l’esterno.

Per approfondire > L'educazione alla protezione del dato

 

L’impatto e le conseguenze del digitale nelle vite dei bambini

Non sono ormai pochi gli articoli di carattere medico che ci informano di come i bambini presentino problemi caratteriali, di aggressività e violenza, oltre a disturbi alimentari, che trovano origine in un uso eccessivo o improprio della navigazione in Internet. Anche a livello motorio è stato segnalato come la postura dei nativi digitali sia fortemente determinata dall’eccessivo uso di tablet e smartphone. 

Impossibile negare che il digitale ci ha reso la vita più comoda ma, specialmente nella prima fase del suo avvento, non ci siamo resi conto del prezzo che ci stava chiedendo. Creazione di personalità digitali e concessione ai gestori della rete di tutti i nostri dati personali sono stati solo l’inizio. Effetti collaterali sono anche sulla nostra memoria che non riesce a ricordare i numeri di telefono di amici e clienti ma che, probabilmente, ricorda quelli della nonna o della prima fidanzata quando eravamo costretti a digitarli o, per i meno giovani, comporli sulle ruote dei vecchi telefoni di una volta.

Per approfondire > Bambino Sapiens: evoluzione o involuzione? Una riflessione sugli aspetti cognitivi dei nativi digitali

 




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