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martedì 19 marzo 2024
Di Avv. Gianni Dell'Aiuto
“La vera minaccia dei contenuti generati dall'intelligenza artificiale non è che ci convincano a credere a cose che non sono vere, ma che non crederemo a nulla a meno che non rafforzi ciò che già riteniamo vero, oppure che ci disimpegneremo completamente perché la verità sembra impossibile da trovare”.
Questa frase, una delle tante pronunciate in questi giorni, nel dibattito degno di un circolo di comari, intorno alla foto taroccata o meno di Kate Middleton, nella sua cruda chiarezza, è attribuita a giornalista inglese e blogger Elliot Higgins. È una dichiarazione estremamente sintomatica dell’attuale contesto all’interno del quale ci troviamo. Viviamo infatti in un contesto nel quale la tecnologia, che dovrebbe dare certezze e consentirci di migliorare i nostri standard di vita, genera quotidianamente dubbi, incertezze, necessità di verifiche e conferme.
Premesso e ribadito che internet è aperto a tutti e che tutti possono pubblicare qualsiasi cosa, vengono alla mente le parole con le quali Stefano Rodotà, molti anni fa e prima che internet si diffondesse in maniera così capillare, ci avvertita che una rete aperta e senza controlli sarebbe stata una stupidaggine. Rodotà non parlava certo di limitare la libertà di accesso ad Internet: tutt’altro.
Ciò nonostante, era già consapevole, e ci avvertiva, che una rete senza regole era un pericolo e che la soluzione era quella di indirizzarsi verso un sistema che permettesse i cittadini di essere messi a conoscenza dei fatti in maniera trasparente, oltre che informare loro dei casi in cui possono intervenire attivamente e in quali altri no.
Ma non era ancora a disposizione di tutti l’intelligenza artificiale. Oggi questo sistema può essere utilizzato sia per creare contenuti sia per verificare l’autenticità di quanto trovato online e, laddove si riuscisse a creare un contesto virtuoso, con l’aiuto dei vari operatori, si potrebbe addirittura ipotizzare una rete con al suo interno anticorpi autoriparatori che possano mettere un freno e correzioni alle più evidenti storture, ai fake più palesi, alladisinformazione pura. Chissà se ci riusciremo.
Ma nel frattempo, oggi, ancora dobbiamo valutare con attenzione tutto ciò che compare sui nostri schermi.
La vicenda della foto della Principessa di Galles è emblematica e dimostra non solo di come tutto che passa dalla rete può essere oggetto dell’attenzione di ogni utente che potrà vivisezionarlo ma, allo stesso modo, di come sia sempre più difficile poter serenamente credere, senza controllare, anche alle notizie che giungono da fonti all’apparenza affidabili.
E non possiamo più riferirci solo alle notizie. Anche le immagini, una volta considerate prove tangibili di eventi e realtà, ora possono essere modificate con facilità tramite software di editing. Si tratta di strumenti che possono essere utili per migliorare la qualità estetica o correggere errori, ma il loro abuso solleva preoccupazioni sulla veridicità sia delle stesse, sia delle informazioni che, tramite queste, ci vengono presentate. Forse è solo l 'inizio di un problema enorme che avremo con le foto generate dall' AI o presunte tali.
Il fatto che mettono in dubbio la veridicità e la realtà di tutto: sia reale o meno. In un mondo in cui la verità sembra sempre più sfuggente, diventa cruciale sviluppare una mentalità critica e adottare un approccio prudente verso ciò che incontriamo online. Ed in tal senso gli operatori devono iniziare a valutare criticamente il loro ruolo, specialmente nella diffusione di contenuti altrui. La verifica delle fonti, la ricerca incrociata e il mantenimento di uno spirito di scetticismo ragionevole sono diventati imperativi per navigare nel mare sempre più tumultuoso delle informazioni digitali. Pur prendendo atto delle certezze che ci possono giungere dalla rete, forse è il momento di sviluppare il dubbio.
martedì 1 ottobre 2024
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