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martedì 9 novembre 2021
di GDPRlab.it
A fine Settembre il Garante per la Protezione dei dati personali ha fatto sapere, a mezzo stampa, di aver avviato una indagine sulle app rubadati che raccolgono dati sugli utenti mantenendo accesso il microfono. Il Garante ha infatti rilevato come molte app, al momento di richiedere le autorizzazioni necessarie al loro funzionamento, inseriscono anche l'utilizzazione del microfono. Spesso questa richiesta viene fatta anche quando l'uso del microfono non è necessario per le finalità per le quali le app viene pubblicizzata. Una volta concesse queste autorizzazioni che, come si sa, gli utenti concedono spesso in estrema "disinvoltura", il gioco è fatto: i microfoni restano accesi, raccolgono dati, li inviano ai gestori delle app e spesso finiscono usati per finalità di marketing, anche da terze parti.
Il problema della raccolta e uso illecito di dati così raccolti, nei fatti alle spalle di persone ignare, si è dimostrato così diffuso da aver portato il Garante ad aprire specifica indagine sul punto.
Per approfondire > Nuova indagine del Garante: sotto la lente di osservazione le app che rubano i dati accendendo il microfono degli smartphone
Per approfondire > Riconoscimento vocale sempre più diffuso, sempre più centrale per il nuovo marketing. E riservatezza e privacy?
In attesa degli esiti dell'indagine, sul sito istituzionale del Garante è stata pubblicata una vera e propria guida per minimizzare questo problema, che nei fatti costituisce illecito trattamento di dati ma, in questo caso, anche una palese violazione del diritto alla privacy e riservatezza delle persone.
Smartphone: spegni il microfono, accendi la privacy - I suggerimenti del Garante
La guida completa è consultabile qui, ma ne rendiamo i punti salienti:
domenica 25 maggio 2025
mercoledì 24 maggio 2023
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