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giovedì 9 marzo 2023
di GDPRlab.it
GDPR e medici: lo studio dell'Ordine dei medici di Firenze rivela che WhatsApp è lo strumento più usato dai medici per comunicare coi pazienti. Con scarsa attenzione alla privacy.
Che la pandemia abbia esteso ulteriormente, nei pochi spazi dove ancora non esisteva, l'uso degli strumenti digitali di comunicazione (dalle chat, alla mail alla diagnosi a distanza grazie alla telemedicina) è un dato di fatto. Insomma il dato balza agli occhi di tutti e non servono (anche se se ne trovano migliaia online) ulteriori studi a supporto di questa affermazione. Quel che forse è venuto meno spontaneo approfondire - mente la discussione si incentrava sul portato di novità e rischi conseguente all'adozione di massa della pratica dello smart working - come è cambiato l'uso degli strumenti digitali nel mondo della sanità.
In nostro soccorso arriva lo studio condotto dall'Ordine dei Medici chirurghi e odontoiatri di Firenze in collaborazione con DataLifeLab di Firenze sull'uso della messaggistica a distanza nel rapporto medico / paziente. Prima di "dare i numeri" ne diamo uno, che introduce il tema app di messaggistica e privacy: l'84% dei medici invia ricette ed esami tramite Whatsapp.
Per saperne di più > Sui dati sanitari non si scherza: nuova sanzione del Garante
Lo studio condotto dall'Ordine dei Medici e Chirurghi odontoiatri di Firenze ha elaborato le risposte di 1541 medici professionisti. Tra questi:
Il 47,6% degli intervistati ha dichiarato che è stata proprio la pandemia a rendere necessario l'uso di app di messagistica. Quasi un medico su due infatti non utilizzava strumenti di comunicazione digitale diretta coi propri pazienti prima dell'emergenza Covid.
La piattaforma più apprezzata è Whatsapp (84,3%), gli SMS tradizionali sono usati dal 50,9% dei medici, solo il 14% invece utilizza Telegram o Messenger.
Per approfondire > Medici di base: step base per la conformità al GDPR
“La messaggistica tramite cellulare – ha affermato Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Firenze e provincia – permette di dare in tanti casi risposte rapide e tempestive ai pazienti, sciogliendo dubbi e timori, andando incontro alle esigenze più varie. E’ importante tuttavia non perdere di vista il confronto umano, di persona, che resta il centro di questa professione. Occorre anche porre attenzione al tema della privacy e restare aggiornati sulle nuove opportunità di comunicazione che si presenteranno nei prossimi anni per essere sempre al fianco della popolazione e nei loro bisogni di cura”.
Veniamo così alle dolenti note, l'altra faccia della medaglia: i vantaggi delle app di messaggistica sono evidenti. Ma la privacy? Quale rapporto c'è tra i medici e il GDPR?
Dallo studio emerge che i medici che utilizzano Whatsapp per comunicare coi pazienti, lo fanno in maniera completamente isinvolta per:
Insomma, i dati che i medici fanno circolare sulle chat sono estremamente sensibili, ma a questa tendenza non si è affiancata, di pari passo, una maggiore attenzione alla protezione dei dati e alla privacy dei pazienti. Ad esempio, quasi la metà dei medici non ha frequentato corsi di formazione su trattamento e consenso al trattamento dei dati negli ultimi 3 anni. E va considerato anche il risvolto opposto: moltissimi sono stati i medici che hanno denunciato come il ricorso alle app di messaggistica abbia avuto un effetto molto impattante sulla propria privacy e nella vita privata.
Il Garante, in piena pandemia, ha affrontato il tema dell'invio dematerializzato delle ricette nell'ambito del parere sul decreto del MEF sul punto. Da questo punto di vista, dato per assunto il contesto eccezionale di quel periodo, il Garante si è espresso a favore dell'invio dematerializzato delle ricette.
"Non sussistono impedimenti legati alla protezione dei dati personali nell’individuazione con tali modalità alternative alla consegna del promemoria cartaceo della ricetta elettronica, evidenziando la possibilità di prevedere canali digitali, alternativi alla stampa cartacea, rispettosi della disciplina in materia di trattamento dei dati sulla salute”.
Ovviamente la conformità al GDPR è un sottointesa di questa affermazione. Ecco perché, nell'elencare poi gli strumenti tecnici utili all'invio dematerializzato delle ricette, il Garante non ha menzionato Whatsapp né altra app di messaggistica. Il motivo? In termini di protezione dei dati le app di messaggistica presentano notevoli problematicità che richiedono di mettere in atto una serie di misure di protezione dei dati.
Per saperne di più > Sanzionato il medico che appendeva le ricette dei pazienti fuori dalla finestra: le mollette da bucato non sono conformi al GDPR
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